Teatro

Motus in prima assoluta a Vie Festival con 'Raffiche'

Motus in prima assoluta a Vie Festival con 'Raffiche'

Da martedì 18 a sabato 22 ottobre all'Hotel Carlton di Bologna andrà in scena, in prima assoluta, "Raffiche" di Motus, il primo appuntamento di HELLO STRANGER, progetto speciale che la città di Bologna dedica a Motus in occasione dei 25 anni di attività.

La sesta giornata del Vie Festival segna il debutto assoluto di RAFFICHE.Rafales > Machine (Cunt) Fire, nuovo spettacolo di Motus, in scena dal 18 al 22 ottobre all'Hotel Carlton di Bologna. Il lavoro inaugura ‘HELLO STRANGER’, il progetto speciale che la città di Bologna dedica alla compagnia riminese in occasione dei suoi venticinque anni di resistente attività artistica: è un percorso evocante (e provocante) nella poetica della compagnia e fra vari luoghi della città connessi ad essa che, tra ottobre-dicembre 2016, vedrà il susseguirsi di spettacoli di repertorio, film, installazioni e incontri verso direzioni inesplorate, alla ricerca di ogni “altro” possibile. HELLO STRANGER, percorso monografico, ripercorre di fatto i lavori più importanti dei 25 anni di attività dei più underground, radicali  artisti della scena indipendente italiana.

Motus è un’entità teatrale in continua osmosi, che dal nucleo fondante – Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, cui si è unita come parte integrante Silvia Calderoni – emana contaminazioni dell’immaginario e accoglie presenze sceniche fluttuanti. Nato nel 1991 a Rimini come gruppo teatrale nomade e indipendente, non concepisce frontiere tra Paesi, generi e forme artistiche: ha realizzato spettacoli teatrali, performance, installazioni e workshop partecipando a grandi festival internazionali.

Questo spettacolo è un omaggio “fuorilegge” a Splendid’s di Jean Genet interpretato da sole donne: un link con il passato che, al tempo stesso, riconfigura il presente della compagnia, che sceglie Genet perché più di ogni altro autore è coerente con la linea drammaturgica che attraversa tutto HELLO STRANGER, ovvero la riflessione sull’identità e le sue plastiche trasformazioni. Splendid’s (pubblicato parecchi anni dopo la morte del suo autore) è l’unico testo teatrale messo in scena da Motus, che da sempre realizza autonome creazioni. «E quindi – spiega Enrico Casagrande, anima con Daniela Nicolò del gruppo – ci interessava tornarci sopra». Cambiano le carte, però: otto attrici ricoprono questa volta il ruolo dei gangster. La scelta non è stata gradita all’agenzia londinese che detiene i diritti dell’opera di Genet e quindi i Motus sono stati costretti a realizzare, con l’aiuto di Magdalena Barile e Luca Scarlini, una riscrittura del testo, cambiandone anche il titolo che diventa Raffiche. Oggi infatti la banda di “La Rafale” è diventata le “Raffiche”, tutte donne, alzando così il tasso di ambivalenza. «Volevamo tornare a lavorare sul tema dell’identità e della rivolta, del rifiuto di aderire agli schermi prefissati anche sessuali e volevamo farlo trasformando Splendid's al femminile - spiega Daniela Nicolò - Ma l'agenzia che detiene di diritti ci ha negato il permesso».

RAFFICHE, infatti, nasce dall’impossibilità di riallestire Splendid’s con un cast di sole donne a distanza di quattordici anni dalla storica interpretazione di Motus, perché le regole dei copyright internazionali prevedono il rispetto del sesso dei personaggi, così come essi sono indicati nei copioni. Anche quando si tratta di un autore come Genet, che per tutta la vita ha propagandato la necessità della metamorfosi, del tradimento e dell’ambiguità. Da questo sorprendente diniego è nato il desiderio dei registi di lavorare sul tema dell’identità e della rivolta, del rifiuto di aderire a un preconcetto ossequio alla divisione della realtà in maschi e femmine, creando uno spettacolo per suite d’albergo che mette in scena, l’impulso eccitante ed eversivo della rivoluzione. In scena Silvia Calderoni (Jean), Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il Poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott), e I-Chen Zuffellato (Bob): un gruppo eterogeneo, non solo teatralmente.

Raffiche è un testo originale di Magdalena Barile e Luca Scarlini, che è stato scritto proprio sulle attrici, sulla loro fisicità e rilegge la stessa situazione narrativa di Splendid's, che riverbera in una situazione anche tragicomica i suoi temi “forti”: la violenza fisica, la morte, identità confuse, sesso. Il testo parte dalla stessa situazione narrativa (un gruppo di rivoltosi/e assediati/e in un albergo, di cui rimane il nome, e solo quello, in omaggio allo scrittore francese) per raccontare identità mutanti e sovversive, creature che hanno sospeso per sempre la volontà di definirsi. Figure che hanno a lungo usato la performance come forma di attivismo politico, e che ora, in una situazione di minaccia e incalzante persecuzione da parte delle potenti lobby conservatrici, sono passate a una lotta di altro tipo, hanno imbracciato il mitra, ma senza rinunciare alla loro naturale eleganza, per affermare “un’altra” visione della società, senza ruoli prestabiliti e controlli eterocentrici. Uno spettacolo per suites d’albergo, che mette in scena, vicinissimo agli spettatori, quasi a portata di tocco, il fiato acre ed eccitante della rivoluzione, gli odori sexy delle streghe transmoderne, che non solo sono tornate, ma restano con noi a fare da controcanto a preconcetti, stereotipi e divieti.

In una cornice di estrema e decadente bellezza – il lusso di un hotel esclusivo – si svolge una delle più crude pièce di Jean Genet, grumo di pulsioni opposte che toccano i diversi connotati della violenza (compreso il suo fascino), del potere (col suo intimo cedimento), della legge (e dei suoi fallimenti): belli e dannati i rapinatori della banda Rafale sono guardati come al microscopio nelle ultime ore dell’assedio che hanno compiuto nell’alta società, ore in cui ogni certezza di partenza viene messa in crisi sotto l’occhio spietato di Genet. Era il 2002 quando Motus portava in scena Splendid’s, testo di Jean Genet mai rappresentato in Italia prima di allora, che il gruppo allestì proprio in alberghi di lusso, dove lo spettacolo prendeva forma attivando un cortocircuito di realtà e finzione. La rivisitazione che Motus ha immaginato per tornare dopo quattordici anni a quel testo, fa slittare il moto di ribellione di quelle pagine – originariamente scagliato contro gli schemi borghesi e le prigioni sociali – verso altri confini, come quelli dell’identità di genere e della trasformazione.
L’idea, capace di nuovi scardinamenti, parte dal corpo, e dalla scelta di mandare otto attrici in scena a travasare la banda maschile in un covo di “streghe transmoderne” e scandagliare l’altra faccia delle gabbie di genere.  E, se un divieto di trasposizione “al femminile” posto dalle regole del copyright internazionale ha impedito l’operazione, Motus ne ha tratto giovamento decidendo per una riscrittura, libera, divertita, incalzante, di quelle mutazioni che Genet attraversava senza esitazione. Ha preso corpo così un testo dal taglio dinamico e ironico, capace di ricollocare più che mai necessari umori e balletti di un’irriducibile opposizione al sistema.

«RAFFICHE parte dalla stessa situazione narrativa per raccontare identità mutanti e sovversive, creature che hanno sospeso per sempre la volontà di definirsi. Figure che hanno a lungo usato la performance come forma di attivismo politico, e che ora, in una situazione di minaccia e incalzante persecuzione da parte delle potenti lobby conservatrici, sono passate a una lotta di altro tipo, hanno imbracciato il mitra, ma senza rinunciare alla loro naturale eleganza, per affermare “un’altra” visione della società, senza ruoli prestabiliti e controlli eterocentrici».

Genet – la cui stessa biografia richiama l’impermanenza dell’albergo, essendo egli vissuto in una totale assenza di radicamento – destabilizza l’immaginario Hotel Splendid dando vita all’azione di una banda di assedianti e assediati. Con RAFFICHE, in scena al vero Hotel Carlton di Bologna, il pubblico scoprirà a distanza ravvicinata quale forma hanno preso i nomi e i volti di Jean, Scott, Bravo, Bob, Riton, Rafale, Pierrot, il poliziotto e il loro ostaggio, arruolati verso direzioni inesplorate. E, nel ritmo serrato di tensioni crescenti, di danze della relazione, di emergenza del discorso e di ribellione incalzante, sentiremo “quasi a portata di tocco, il fiato acre ed eccitante della rivoluzione”. L’occasione della personale bolognese è valsa a Motus l’idea di rivisitare l’opera che nella storia del gruppo ha rappresentato l’unica avventura nel teatro testuale in un percorso ampiamente dedicato alla composizione scenica dei linguaggi, tra cinema e teatro, tra musica e poesia, tra letteratura contemporanea, slancio politico e citazione del glamour.

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Damir Todorovic.